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Una serata con JACK SINTINI - 2

Proponiamo il secondo dei tre momenti dedicati alla serata con Jack Sintini avvenuta nell'ambito degli Orizzonti digitali Valtes.

In questo estratto della sua testimonianza, che abbiamo cercato di trascrivere così come la potete ascoltare nel video disponibile nel nostro canale youtube   Sintini racconta - dopo aver narrato la scoperta del suo talento - un incontro fondamentale per la sua maturazione come atleta e come persona. 

 

UN INCONTRO FONDAMENTALE E L'IMPORTANZA DELLA COSTANZA PER ECCELLERE

Un altro incontro che è stato uno svolta per il mio percorso l'ho avuto a 17 anni. 
A 17 anni io ho avuto un allenatore coreano che si chiama Kim Ho Chul: gli amanti della pallavolo sanno che Kim Ho Chul è stato uno dei più grandi palleggiatori internazionali negli anni 80-90.


Il primo giorno è venuto da me e io facevo il palleggiatore.


Quindi è venuto da me e mi ha detto – Jack, mi hai detto che tu vuoi diventare uno dei più grandi palleggiatori al mondo Allora devi fare un favore -.


Mi ha detto - oltre a tutto quello che stai già facendo devi prendere una palla – e ha preso un pallone dal cesto - te la devi portare a casa le devi dare un nome e devi stare sempre con lei perché se tu tratterai bene la palla  lei farà quello di cui tu avrai bisogno quando sarai sotto pressione e ad alta velocità -.


Fu molto convincente io presi questo pallone. Lo chiamai Peter per Peter Blangè grande palleggiatore olandese degli anni 90 e io vivevo con la palla cioè io vivo con la palla guardavo la televisione palleggiando sulla testa mi facevo accompagnare all'allenamento ogni giorno mezz'ora prima e mi facevo venire a prendere mezz'ora dopo e io quell'ora la passavo a fare il palleggio contro il muro, perché perché mi ha insegnato il valore della ripetizione lui (Kim Ho Chul )mi diceva sempre - guarda che se vuoi diventare bravo in qualcosa qualsiasi cosa non c'è nessuna altra strada se non quella di farla e farla e poi farla ancora -


È successo che il mio talento il mio impegno il mio fisico quell'ottima scuola che ho avuto e anche sicuramente tanta fortuna hanno fatto in modo che io arrivassi abbastanza presto dove volevo arrivare a 18 anni e poi esordito in Serie A,  e da lì è iniziata la mia carriera.