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Una serata con JACK SINTINI - 3

Terzo e ultimo estratto dalla serata con Jack Sintini ospitato negli Orizzonti digitali Valtes.


Forse è la testimonianza più toccante dove la voce narrante di Sintini racconta l’evento della malattia che lo ha colpito, del dolore vissuto e del valore della solidarietà e della comunità.


Nei precedenti due momenti che abbiamo pubblicato si racconta la nascita ed evoluzione di un grande sportivo, in  questo forse la maturazione di un uomo. 


Leggiamo le sue parole, che potete ascoltare nel video disponibile sul nostro canale youtube.

Io ho dovuto sostenere sette cicli di chemioterapia di cui due ad alti dosaggi più il trapianto del midollo osseo per venirne fuori.


Ho riflettuto tantissimo dopo aver cercato di affrontare quella che è stata in assoluto la più grave crisi della mia vita e io mi sono reso conto di aver cercato di affrontarla con tutto quello che avevo imparato da quando ero un bambino -  fino a quel giorno se ci penso bene io essenzialmente nella mia vita ho avuto tre scuole la mia famiglia,  la scuola, la palestra.


La palestra la ho messa per ultima ma non me ne vogliano i miei genitori forse la dovrei mettere per prima semplicemente per il fatto che io ho passato la maggior parte del mio tempo là.
Quando mi sono ammalato una delle primissime cose che ho pensato è stata che nella mia vita io non ho mai vinto niente da solo.


Nella mia vita io non ho mai raggiunto nessun risultato neanche il più piccolo da solo e quindi mi sono detto anche in questa difficoltà la prima cosa che mi serve è una squadra.
E io mi ricordo di averla identificata da subito nei miei medici e nei miei infermieri perché sapevano portarmi dove io volevo arrivare e nella mia famiglia e nei miei amici perché mi vogliono bene.


La mia nuova squadra, mi ripetevo ogni giorno se sarò disciplinato se cercherò di rimanere motivato nei giorni difficili se comunicherò con loro e se riuscirò anche a motivare loro nei giorni difficili allora le mie probabilità cresceranno.


Ovviamente non sto dicendo e non mi permetterei mai di dire che un atteggiamento positivo ti salva, perché non è vero, ma credo fortemente che il “come” decidiamo di affrontare quello che ci capita possa fare la differenza. 


Anche perché se siamo sinceri è l'unica cosa che possiamo realmente condizionare.